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giovedì 21 settembre 2017

IL PRIMO GIORNO D'AUTUNNO




Sono sceso nell'archivio del mio ufficio, nella sezione dedicata ai carcerati. Ci ho trovato un pezzo di diario quasi per sbaglio, fra la polvere e i vecchi documenti che andranno al macero. Ci ho trovato una risposta insieme a tante domande. Così inizia Il primo giorno d'autunno, con parole che si interrompono perchè scritte su di un foglio rovinato:

" L'automobile sale lungo la strada, piove come piove spesso il primo giorno d'autunno. L'atmosfera poi è spenta, un pò sono i muri arancioni con quelle foto di tempi passati, un pò sono le luci del palco accese per metà. Poca gente in sala questa sera. E tu non ci sei.
Le persone sono ordinarie, si vede il lavoro che fanno. Se l'intuito non confonde mi ritrovo in mezzo alla cena di qualche fabbrica, il contentino concesso al padrone in cambio di ogni segno delle mani. E tu non ci sei.
Non c'è nemmeno un briciolo di poesia fra queste sedie di paglia, fra la possibilità di scegliere un piatto piuttosto che un altro. Non servono nemmeno il vino di queste colline, provano goffamente ad essere eleganti: il vino toscano. Pance segnate da ciò che rimane, una tavola e quattro amici perchè così è la vita degli operai. E io che vorrei andare in Africa, che il mondo mi chiama e non mi basto.
La cameriera sale sul palco, ecco gli operai riporre la forchetta, si alzano anche loro. Un batterista, certo il basso e la chitarra, le tastiere...che novità.

- Con te dovrò combattere. Non ti si può pigliare come sei, i tuoi difetti son talmente tanti che nemmeno tu li sai. Sei peggio di un bambino capriccioso- , fanno Mina.

Ma io sono fermo, mi si blocca lo stomaco. Il tavolo è pietrificato. Estasi.
E' il tempo di una voce meravigliosa, di una musica nuova e bella che tutto cambia. Sono operai che salgono fra i monti per regalarsi un tempo speciale. Non li riconosco più, sono turbato.
II giornale dice che il mondo non è poi così lontano da casa, mani sporche di olio possono produrre accordi universali. E quanto sono arrugginito, quanto sono stato lontano ed ora vicino alla bellezza. E' un covo di lupi in pianura, miele divino la sera. Oro. Non posso che stare bene imparando dalla periferia della città. In pasto a chi vende sogni e carriere. Qui suonano i Dire Straits. Il primo giorno d'autunno piove lento o c'è un sole chiaro. Viene quasi voglia di accendere la stufa e sembra quasi che i gatti lo capiscano. Non ci devo pensare. E' un'arancia matura. Un'osteria di "gente comune", termine odioso.
Fossi in te mi fiderei del tuo territorio, dei posti che pensi di conoscere, delle persone che pensi di conoscere. Fidati di un'osteria il primo giorno d'autunno, con i camerieri che cantano "Vieni via con me" perchè è tempo di andare.
Il primo giorno d'autunno è un'osteria di giovedì sera, con la pioggia o con il sole. Con la musica e la voce di chi non è nessuno e per questo unico portatore di umanità. Ci sono le parole che non vorresti sentire. O forse si. Ci sono io perchè ci sei tu, il primo giorno d'autunno.
 Il senso? "

Qui si interrompe, inizia una macchia che non saprei se di sangue o di vino.
E' un segno che dobbiamo continuare, oggi che scrivo il ventunesimo giorno di settembre.
Il segno dei testi che verranno, il senso della vita che passerà.
Sarà bello....


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